Note explicative sur l'interdiction des annulations dans le registre paroissial des baptêmes
de Dicastère pour les textes législatifs
Date de publication : 07/04/2025

Texte original

Nota esplicativa

del Dicastero per i Testi Legislativi

sul divieto di cancellazioni nel Registro parrocchiale dei battesimi


Il Diritto Canonico non consente di modificare o cancellare le iscrizioni fatte nel Registro dei Battesimi, se non per correggere eventuali errori di trascrizione. Detto Registro ha per fine dare certezza su determinati atti, rendendo possibile verificare la loro effettiva esistenza.

Il can. 535 CIC impone obbligatoriamente che ogni parrocchia abbia un proprio Registro dei Battesimi. Detto Registro, che la parrocchia è tenuta a custodire (can. 535 §1 CIC), serve per l’annotazione dei sacramenti che, come quello del Battesimo, la Chiesa cattolica amministra una sola volta. Essendo il Battesimo la condizione per ricevere gli altri sacramenti, accanto all’annotazione del Battesimo viene eventualmente registrata l’amministrazione degli altri sacramenti che non è dato iterare (Cresima e Ordine sacro), e altri atti come la celebrazione del sacramento del matrimonio (che non può rinnovarsi salvo dichiarazione di nullità del vincolo), la professione perpetua in un istituto religioso che, a sua volta, vieta l’acceso al matrimonio (can. 535 §2 CIC), il cambiamento di rito (can. 535 §2 CIC) e l’adozione (can. 877 §3 CIC), la quale genera nella Chiesa un impedimento matrimoniale (can. 1094 CIC).

Il Registro dei Battesimi, di conseguenza, rappresenta il riscontro oggettivo di azioni sacramentali, o relative ai sacramenti, compiute storicamente dalla Chiesa. Si tratta di fatti storici ecclesiali di cui occorre tener conto agli effetti del buon ordine amministrativo-pastorale, per motivi teologici, per la sicurezza giuridica, e anche per l’eventuale tutela dei diritti della persona coinvolta e di soggetti terzi.

Di conseguenza, non è consentito modificare o cancellare i dati iscritti nel Registro, salvo che per correggere eventuali errori di trascrizione. Anche se il can. 535 CIC non lo afferma esplicitamente, dall’imperativa formulazione delle norme, che prescrivono l’iscrizione e la certificazione degli atti si desume senza dubbio tale assoluto divieto. Se la Chiesa non avesse queste norme generali sulla obbligatorietà della registrazione del Battesimo, non sarebbe possibile alla Chiesa stessa realizzare l’attività sacramentale, in quanto la ricezione “valida” del Sacramenti richiede certezza sulla ricezione del Battesimo. Un ministro non può consentire la celebrazione di altri sacramenti se non è certificata la ricezione del Battesimo.

Al Registro di Battesimo è necessario apportare, invece, per disposizione legale eventuali nuove circostanze rilevanti segnalate dal diritto canonico che, abitualmente, devono essere manifestate al titolare della parrocchia, in quanto responsabile del Registro. Tale è il caso, come già detto, dell’effettiva ricezione della cresima, dell’ordine sacro, della celebrazione del matrimonio, della professione religiosa, del cambiamento di rito, e dell’adozione. La non registrazione di questi atti impedirebbe la normale e semplice amministrazione dei sacramenti nella Chiesa, non essendo ragionevole alternativa dover indagare, volta per volta e nei singoli casi, l’effettiva previa ricezione di quei atti sacramenti che è requisito di validità per ricevere altri sacramenti.

Il Registro di Battesimo non è una lista di membri, bensì una registrazione dei battesimi che hanno avuto luogo. Avendo come sola finalità quella di attestare un “fatto” storico ecclesiale, esso non intende accreditare la fede religiosa delle singole persone o il fatto che un soggetto sia membro della Chiesa. Infatti, i sacramenti ricevuti e le registrazioni effettuate non limitano in alcun modo la libera volontà di quei fedeli cristiani che, in forza di essa, decidono di abbandonare la Chiesa.

Al Registro del Battesimo dovrà essere apportato, eventualmente, l’‘actus formalis defectionis ab Ecclesia Catholica’, quando una persona indica di voler abbandonare la Chiesa Cattolica. Anche se i dati contenuti nei Registri della Chiesa non possono essere cancellati, in considerazione della finalità del proprio interesse e di quello di tutti i soggetti coinvolti, su semplice richiesta della persona coinvolta è consentito aggiungere le sue manifestazioni di volontà in tal senso nel contesto di un'udienza in contraddittorio.

Il Registro di battesimo permette di rilasciare certificati circa la ricezione del battesimo qualora il soggetto coinvolto intenda ricevere altri sacramenti. In tale caso, oltre a rilevare la condizione di battezzato della persona interessata, la registrazione è garanzia rispetto a terze persone nella Chiesa Cattolica, sia nel caso della celebrazione del matrimonio, sia nei confronti di coloro che hanno il compito di garantire la valida amministrazione di successivi sacramenti o l’assunzione di specifici impegni (come la professione perpetua nella vita religiosa), che hanno il Battesimo come requisito.

L’intero ordinamento canonico è coerente con tali principi. Il can. 869 CIC, per esempio, non rappresenta affatto un’ipotesi di nuova amministrazione del battesimo. Esso solo permette al ministro di amministrare sub conditione il Battesimo nei casi in cui risulti “incerto” se un soggetto – di solito un bambino – abbia ricevuto il sacramento. In tali casi non c’è una nuova amministrazione del Battesimo, poiché il ministro pone come condizione di efficacia dei suoi atti di non voler amministrare il Battesimo nel caso il soggetto fosse già stato battezzato.

La condizione di battezzato, infatti, è un elemento “oggettivo”, e non è possibile battezzare chi è già battezzato, poiché detta azione sarebbe semplicemente “nulla” dal punto di vista sacramentale.

Per la registrazione degli atti occorre aver notizia certa del fatto avvenuto. Perciò, il can. 875 CIC chiede che nella celebrazione del battesimo – come peraltro in altri sacramenti non iterabili – vi sia la presenza di testimoni, così che la loro attestazione dia al Responsabile del Registro la necessaria certezza del fatto avvenuto che è tenuto a registrare. Detto testimone non può sostituirsi al Registro, perché è solo elemento di certezza per chi deve compiere la registrazione.


Città del Vaticano 7 aprile 2025


+ Filippo Iannone O. Carm.

Prefetto


+ Juan Ignacio Arrieta

Segretario


[00486-IT.01]

[B0259-XX.01]

Texte Français

Note explicative 

du Dicastère pour les textes législatifs

sur l'interdiction des annulations dans le registre paroissial des baptêmes


Le droit canonique ne permet pas de modifier ou d'annuler les inscriptions faites dans le registre des baptêmes, sauf pour corriger d'éventuelles erreurs de transcription. Le but de ce registre est de donner une certitude sur certains actes, en permettant de vérifier leur existence réelle.

Le canon 535 CIC impose à chaque paroisse d'avoir son propre registre des baptêmes. Ce registre, que la paroisse est tenue de conserver (can. 535 §1 CIC), sert à enregistrer les sacrements qui, comme le baptême, ne sont administrés qu'une seule fois par l'Église catholique. Puisque le baptême est la condition pour recevoir les autres sacrements, l'administration des autres sacrements qui ne peuvent pas être répétés (confirmation et ordres sacrés), et d'autres actes, tels que la célébration du sacrement du mariage (qui ne peut pas être renouvelé à moins que le lien ne soit déclaré nul), la profession perpétuelle dans un institut religieux, qui à son tour interdit l'accès au mariage (c. 535 §2 CIC), le registre des sacrements de l'Église catholique doit être tenu par la paroisse. 535 §2 CIC), le changement de rite (c. 535 §2 CIC) et l'adoption (c. 877 §3 CIC), qui génère un empêchement matrimonial dans l'Église (c. 1094 CIC).

Le registre des baptêmes représente donc l'enregistrement objectif des actes sacramentels, ou des actes relatifs aux sacrements, accomplis historiquement par l'Église. Il s'agit de faits ecclésiaux historiques qui doivent être pris en compte aux fins du bon ordre administratif et pastoral, pour des raisons théologiques, pour des raisons de sécurité juridique, ainsi que pour la protection éventuelle des droits de la personne concernée et des tiers.

Par conséquent, il n'est pas permis de modifier ou d'effacer les données inscrites dans le registre, sauf pour corriger d'éventuelles erreurs de transcription. Même si le canon 535 du Code de droit canonique ne le dit pas explicitement, cette interdiction absolue se déduit indubitablement de la formulation impérative des normes qui prescrivent l'enregistrement et la certification des actes. Si l'Église ne disposait pas de ces normes générales sur l'enregistrement obligatoire du baptême, elle ne pourrait pas exercer elle-même l'activité sacramentelle, car la réception « valide » des sacrements exige la certitude de la réception du baptême. Un ministre ne peut pas autoriser la célébration d'autres sacrements si la réception du baptême n'est pas certifiée.

D'autre part, toute nouvelle circonstance pertinente indiquée par le droit canonique doit être ajoutée au registre des baptêmes par une disposition légale qui, en règle générale, doit être portée à la connaissance du titulaire de la paroisse, en tant que responsable du registre. C'est le cas, comme on l'a déjà dit, de la réception effective de la confirmation, des ordres sacrés, de la célébration du mariage, de la profession religieuse, du changement de rite et de l'adoption. Le non-enregistrement de ces actes empêcherait l'administration normale et simple des sacrements dans l'Église, car il n'est pas raisonnable de devoir rechercher, au cas par cas et individuellement, la réception antérieure effective de ces actes sacramentels, qui est une condition de validité pour la réception d'autres sacrements.

Le registre des baptêmes n'est pas une liste de membres, mais un registre des baptêmes qui ont eu lieu. Son seul but étant d'attester un « fait » ecclésial historique, il n'est pas destiné à accréditer la foi religieuse des individus ou le fait qu'une personne est membre de l'Église. En effet, les sacrements reçus et les inscriptions effectuées ne limitent en rien le libre arbitre des croyants chrétiens qui, en vertu de ceux-ci, décident de quitter l'Église.

L'« actus formalis defectionis ab Ecclesia Catholica » doit être ajouté au registre des baptêmes, si nécessaire, lorsqu'une personne indique qu'elle souhaite quitter l'Église catholique. Même si les données contenues dans les registres ecclésiastiques ne peuvent pas être supprimées, compte tenu de la finalité de leur propre intérêt et de celui de toutes les personnes concernées, il est permis, sur simple demande de la personne concernée, d'ajouter ses manifestations d'intention à cet effet dans le cadre d'une audience contradictoire.

Le registre des baptêmes permet de délivrer des certificats de réception du baptême si la personne concernée entend recevoir d'autres sacrements. Dans ce cas, outre la constatation de l'état de baptisé de l'intéressé, l'enregistrement est une garantie à l'égard des tiers dans l'Église catholique, tant dans le cas de la célébration du mariage, qu'à l'égard de ceux qui ont pour tâche d'assurer l'administration valide des sacrements ultérieurs ou la prise d'engagements spécifiques (comme la profession perpétuelle dans la vie religieuse), pour qui le baptême est requis.

L'ensemble de l'ordre canonique est cohérent avec ces principes. Le canon 869 du CIC, par exemple, ne représente pas du tout une nouvelle administration du baptême. Il permet seulement au ministre d'administrer le baptême sous condition dans les cas où il n'est pas certain qu'un sujet - généralement un enfant - ait reçu le sacrement. Dans ce cas, il n'y a pas de nouvelle administration du baptême, puisque le ministre pose comme condition de l'efficacité de ses actes qu'il ne souhaite pas administrer le baptême si le sujet a déjà été baptisé.

La condition d'être baptisé est en effet un élément « objectif » et il n'est pas possible de baptiser quelqu'un qui l'a déjà été, car cette action serait tout simplement « nulle et non avenue » du point de vue sacramentel.

Pour que les actes soient enregistrés, il est nécessaire d'avoir une connaissance certaine de l'événement qui s'est produit. C'est pourquoi le canon 875 du Code de droit canonique exige la présence de témoins dans la célébration du baptême - comme dans les autres sacrements qui ne peuvent être baptisés - afin que leur attestation puisse fournir à l'officier de l'état civil la certitude nécessaire du fait qui s'est produit et qu'il est tenu d'enregistrer. Ce témoin ne peut se substituer au greffe, car il n'est qu'un élément de certitude pour la personne qui doit procéder à l'enregistrement.


Cité du Vatican, le 7 avril 2025


+ Filippo Iannone O. Carm.

Préfet


+ Juan Ignacio Arrieta

Secrétaire


[00486-IT.01]

[B0259-XX.01]


Traduction privée supervisée 

par le prof. Cédric Burgun, directeur de publication.