au sujet de quelques questions concernant la possible participation aux sacrements du baptême et du mariage des transsexuels et des personnes homoaffectives
de Dicastère pour la Doctrine de la Foi
Date de publication : 31/10/2023

Texte original

In data 14 luglio 2023, è pervenuta a questo Dicastero una lettera di S.E. Mons. José Negri, Vescovo di Santo Amaro in Brasile, contenente alcune domande riguardo alla possibile partecipazione ai sacramenti del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive.


Dopo uno studio al riguardo, questo Dicastero ha risposto nel seguente modo.


Risposte del Dicastero a S.E. Mons. Negri


Le seguenti risposte ripropongono, in buona sostanza, i contenuti fondamentali di quanto, già in passato, è stato affermato in materia da questo Dicastero (1).


1. Un transessuale può essere battezzato?

Un transessuale – che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e ad intervento chirurgico di riattribuzione di sesso – può ricevere il battesimo, alle medesime condizioni degli altri fedeli, se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli. Nel caso di bambini o adolescenti con problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti, questi possono ricevere il Battesimo.

Nel contempo, occorre considerare quanto segue, specialmente quando vi sono dei dubbi sulla situazione morale oggettiva in cui si trova una persona, oppure sulle sue disposizioni soggettive verso la grazia.

Nel caso del Battesimo, la Chiesa insegna che, quando il sacramento viene ricevuto senza il pentimento per i peccati gravi, il soggetto non riceve la grazia santificante, sebbene riceva il carattere sacramentale. Il Catechismo afferma : « Questa configurazione a Cristo e alla Chiesa, realizzata dallo Spirito, è indelebile; essa rimane per sempre nel cristiano come disposizione positiva alla grazia, come promessa e garanzia della protezione divina e come vocazione al culto divino e al servizio della Chiesa » (2).

San Tommaso d’Aquino insegnava, infatti, che quando l’impedimento alla grazia scompare, in qualcuno che ha ricevuto il Battesimo senza le giuste disposizioni, il carattere stesso «è una causa immediata che dispone ad accogliere la grazia » (3). Sant’Agostino di Ippona richiamava questa situazione dicendo che, anche se l’uomo cade nel peccato, Cristo non distrugge il carattere ricevuto da questi nel Battesimo e cerca (quaerit) il peccatore, nel quale è impresso questo carattere che lo identifica come sua proprietà (4).

Così possiamo comprendere perché Papa Francesco ha voluto sottolineare che il battesimo «è la porta che permette a Cristo Signore di stabilirsi nella nostra persona e a noi di immergerci nel suo Mistero»5. Questo implica concretamente che «nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi. Questo vale soprattutto quando si tratta di quel sacramento che è “la porta”, il Battesimo […] la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa » (6).

Allora, anche quando rimangono dei dubbi circa la situazione morale oggettiva di una persona oppure sulle sue soggettive disposizioni nei confronti della grazia, non si deve mai dimenticare quest’aspetto della fedeltà dell’amore incondizionato di Dio, capace di generare anche col peccatore un’alleanza irrevocabile, sempre aperta ad uno sviluppo, altresì imprevedibile. Ciò vale persino quando nel penitente non appare in modo pienamente manifesto un proposito di emendamento, perché spesso la prevedibilità di una nuova caduta « non pregiudica l’autenticità del proposito » (7). In ogni caso, la Chiesa dovrà sempre richiamare a vivere pienamente tutte le implicazioni del battesimo ricevuto, che va sempre compreso e dispiegato all’interno dell’intero cammino dell’iniziazione cristiana.


2. Un transessuale può essere padrino o madrina di battesimo?

A determinate condizioni, si può ammettere al compito di padrino o madrina un transessuale adulto che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e a intervento chirurgico di riattribuzione di sesso. Non costituendo però tale compito un diritto, la prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale.


3. Un transessuale può essere testimone di un matrimonio?

Non c’è nulla nella vigente legislazione canonica universale che proibisca ad una persona transessuale di essere testimone di un matrimonio.


4. Due persone omoaffettive possono figurare come genitori di un bambino, che deve essere battezzato, e che fu adottato o ottenuto con altri metodi come l’utero in affitto?

Perché il bambino venga battezzato ci deve essere la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica (cf. can. 868 § 1, 2 o CIC; can. 681, § 1, 1o CCEO).


5. Una persona omoaffettiva e che convive può essere padrino di un battezzato?

A norma del can. 874 § 1, 1o e 3o CIC, può essere padrino o madrina chi ne possegga

l’attitudine (cf. 1o) e «conduce una vita conforme alla fede e all’incarico che assume» (3o; cf. can. 685, § 2 CCEO). Diverso è il caso in cui la convivenza di due persone omoaffettive consiste, non in una semplice coabitazione, bensì in una stabile e dichiarata relazione more uxorio, ben conosciuta dalla comunità.

In ogni caso, la debita prudenza pastorale esige che ogni situazione sia saggiamente

ponderata, per salvaguardare il sacramento del battesimo e soprattutto la sua ricezione, che è bene prezioso da tutelare, poiché necessaria per la salvezza (8).

Nello stesso tempo, occorre considerare il valore reale che la comunità ecclesiale conferisce ai compiti di padrino e madrina, il ruolo che questi hanno nella comunità e la considerazione da loro mostrata nei confronti dell’insegnamento della Chiesa. Infine, è da tenere in conto anche la possibilità che vi sia un’altra persona della cerchia famigliare a farsi garante della corretta trasmissione al battezzando della fede cattolica, sapendo che si può comunque assistere il battezzando, durante il rito, non solo come padrino o madrina ma, altresì, come testimoni dell’atto battesimale.


6. Una persona omoaffettiva e che convive può essere testimone di un matrimonio?

Non c’è nulla nella vigente legislazione canonica universale che proibisca ad una persona omoaffettiva e che convive di essere testimone di un matrimonio.


NOTES


  1. Cf. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Nota riservata circa alcune questioni canoniche inerenti al transessualismo (21 dicembre 2018), Città del Vaticano, Sub secreto pontificio.

  2. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1121.

  3. SAN TOMMASO D’AQUINO, I Sent IV, 4,3,2,3: “est inmediata causa disponens ad gratiam”; IDEM, Summa Theologiae, III, q. 69 a. 9 ad 1: “Et sic omnes induunt Christum per configurationem characteris, non autem per conformitatem gratiae” (“E in questo senso tutti si rivestono di Cristo mediante la configurazione a lui con il carattere, non già con la grazia”).

  4. Cf. SANT’AGOSTINO DI IPPONA, Sermo ad Caesariensis Ecclesiae Plebem, 2; PL 43, 691-692: “Nunc vero ipse desertor, characterem fixit imperatoris sui. Deus et Dominus noster Jesus Christus quaerit desertorem, delet erroris criminem, sed non exterminat suum characterem”.

  5. FRANCESCO, Udienza generale (11 aprile 2018), disponibile online in [https://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-francesco_20180411_udienza-generale.html].

  6. FRANCESCO, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, sull’annunzio del vangelo nel mondo attuale (24 novembre 2013), n. 47.

  7. GIOVANNI PAOLO II, Lettera al Card. William W. Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzieria Apostolica (22 marzo 1996), 5: Insegnamenti XIX, 1 [1996], 589.

  8. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1277.


Texte Français

Le 14 juillet 2023, ce Dicastère a reçu une lettre de S.E. Monseigneur José Negri, évêque de Santo Amaro au Brésil, contenant quelques questions concernant la possible participation aux sacrements du baptême et du mariage des transsexuels et des personnes homoaffectives.


Après avoir étudié la question, ce Dicastère a répondu comme suit.


Réponses du Dicastère à S.E. Monseigneur Negri


Les réponses suivantes reprennent, en substance, le contenu fondamental de ce qui a déjà été affirmé dans le passé à ce sujet par ce Dicastère (1).


1. Un transsexuel peut-il être baptisé ?

Un transsexuel - qui a également subi un traitement hormonal et une chirurgie de réassignation sexuelle - peut recevoir le baptême, dans les mêmes conditions que les autres fidèles, s’il n’y a pas de situations qui risquent de générer un scandale public ou une désorientation parmi les fidèles. Dans le cas d’enfants ou d’adolescents ayant des problèmes transsexuels, s’ils sont bien préparés et disposés, ils peuvent recevoir le baptême.

En même temps, il faut tenir compte de ce qui suit, surtout lorsqu’il y a des doutes sur la situation morale objective de la personne ou sur ses dispositions subjectives à l’égard de la grâce.

Dans le cas du baptême, l’Église enseigne que lorsque le sacrement est reçu sans repentir pour des péchés graves, le sujet ne reçoit pas la grâce sanctifiante, bien qu’il reçoive le caractère sacramentel. Le Catéchisme affirme : « Cette configuration au Christ et à l’Église, opérée par l’Esprit, est indélébile ; elle demeure à jamais dans le chrétien comme une disposition positive à la grâce, comme une promesse et une garantie de la protection divine, et comme une vocation au culte divin et au service de l’Église » (2).

Saint Thomas d’Aquin enseignait en effet que lorsque l’obstacle à la grâce disparaît, chez quelqu’un qui a reçu le Baptême sans les bonnes dispositions, le caractère lui-même « est une cause immédiate qui dispose à recevoir la grâce » (3). Saint Augustin d’Hippone a rappelé cette situation en disant que, même si un homme tombe dans le péché, le Christ ne détruit pas le caractère qu’il a reçu dans le Baptême et cherche (quaerit) le pécheur, dans lequel est imprimé ce caractère qui l’identifie comme sa propriété (4).

On comprend ainsi pourquoi le Pape François a voulu souligner que le baptême « est la porte qui permet au Christ Seigneur de s’installer dans notre personne et à nous de nous immerger dans son Mystère » (5). Cela implique concrètement que « même les portes des sacrements ne doivent pas être fermées pour quelque raison que ce soit. L’Église n’est pas une maison de douane, c’est la maison paternelle où il y a de la place pour chaque personne avec sa propre vie laborieuse » (6).

Ainsi, même si des doutes subsistent sur la situation morale objective d’une personne ou sur ses dispositions subjectives à la grâce, il ne faut jamais oublier cet aspect de la fidélité de l’amour inconditionnel de Dieu, capable d’engendrer même avec le pécheur une alliance irrévocable, toujours ouverte à un développement également imprévisible. Cela est vrai même lorsque l’intention de s’amender n’apparaît pas de façon pleinement manifeste chez le pénitent, car souvent la prévisibilité d’une nouvelle chute « ne compromet pas l’authenticité de l’intention » (7). En tout état de cause, l’Église doit toujours appeler à vivre pleinement toutes les implications du baptême reçu, qui doivent toujours être comprises et déployées dans l’ensemble du parcours de l’initiation chrétienne.


2. Un transsexuel peut-il être parrain ou marraine ?

Sous certaines conditions, un transsexuel adulte qui a également subi un traitement hormonal et une opération chirurgicale de changement de sexe peut être admis comme parrain ou marraine. Toutefois, cette tâche ne constituant pas un droit, la prudence pastorale exige qu’elle ne soit pas autorisée s’il existe un risque de scandale, de légitimation indue ou de désorientation dans la sphère éducative de la communauté ecclésiale.


3. Un transsexuel peut-il être témoin à un mariage ?

Rien dans le droit canonique universel actuel n’interdit à une personne transsexuelle d’être témoin à un mariage.


4. Deux personnes homo-affectives peuvent-elles être les parents d’un enfant, qui doit être baptisé, et qui a été adopté ou obtenu par d’autres moyens comme une mère porteuse ?

Pour que l’enfant soit baptisé, il faut qu’il y ait un espoir fondé qu’il sera élevé dans la religion catholique (cf. c. 868 § 1, 2° CIC ; c. 681, § 1, 1° CCEO).


5. Une personne homosexuelle et cohabitante peut-elle être marraine ou parrain d’un baptisé ?

Selon le canon 874 § 1, 1er et 3e CIC, une personne peut être parrain ou marraine si elle possède l’aptitude (cf. 1er) et « mène une vie conforme à la foi et à la tâche qu’elle assume » (3e ; cf. can. 685, § 2 CCEO). Le cas est différent lorsque la cohabitation de deux personnes homosexuelles consiste, non pas en une simple cohabitation, mais en une relation stable et déclarée more uxorio, bien connue de la communauté.

En tout état de cause, la prudence pastorale exige que chaque situation soit sagement de chaque situation, afin de sauvegarder le sacrement du baptême et surtout sa réception, qui est un bien précieux à protéger, puisqu’il est nécessaire au salut (8).

En même temps, il faut tenir compte de la valeur réelle que la communauté ecclésiale accorde aux devoirs du parrain et de la marraine, du rôle qu’ils jouent dans la communauté et de la considération qu’ils manifestent à l’égard de l’enseignement de l’Église. Enfin, il faut également tenir compte de la possibilité qu’une autre personne du cercle familial se porte garante de la bonne transmission de la foi catholique à la personne à baptiser, sachant que l’on peut encore assister la personne à baptiser, au cours du rite, non seulement en tant que parrain ou marraine, mais aussi en tant que témoin de l’acte de baptême.


6. Une personne homosexuelle et cohabitante peut-elle être témoin d’un mariage ?

Rien dans le droit canonique universel actuel n’interdit à une personne homo-affective et cohabitante d’être témoin d’un mariage.



NOTES


  1. Cf. Congrégation pour la Doctrine de la Foi, Note confidentielle sur certaines questions canoniques concernant le transsexualisme (21 décembre 2018), Cité du Vatican, Sub secreto pontificio.

  2. Catéchisme de l'Église catholique, n° 1121.

  3. Saint Thomas d’Aquin, I Sent IV, 4,3,2,3 : “est inmediata causa disponens ad gratiam” ; IDEM, Summa Theologiae, III, q. 69 a. 9 ad 1: "Et sic omnes induunt Christum per configurationem characteris, non autem per conformitatem gratiae". ("Et en ce sens, tous sont revêtus du Christ par configuration avec lui par le caractère, non par la grâce").

  4. Cf. Saint Augustin d’Hippone, Sermo ad Caesariensis Ecclesiae Plebem, 2 ; PL 43, 691-692 : “Nunc vero ipse desertor, characterem fixit imperatoris sui. Deus et Dominus noster Jesus Christus quaerit desertorem, delet erroris criminem, sed non exterminat suum characterem”.

  5. François, Audience générale (11 avril 2018), disponible en ligne : [https://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-francesco_20180411_udienza-generale.html].

  6. François, Exhortation apostolique Evangelii gaudium, sur l'annonce de l'Évangile dans le monde d'aujourd'hui (24 novembre 2013), n. 47.

  7. Jean-Paul II, Lettre au Card. William W. Baum à l'occasion du cours sur le forum interne organisé par la Pénitencerie apostolique (22 mars 1996), 5 : Insegnamenti XIX, 1 [1996], 589.

  8. Catéchisme de l'Église catholique, n. 1277



Traduction privée supervisée par le prof. Cédric Burgun